ACQUA PUBBLICA !
- Riceviamo e pubblichiamo
- 25 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 13 gen 2023

L'ACQUA è un bene primario di vitale importanza, e non può essere monopolizzata, l'acqua è un diritto per tutta l'umanità, nessuno può lucrarci, è un bene per tutto il pianeta.
Eppure c'è qualcuno che non vuole l'acqua pubblica, qualcuno che a tutti i costi vuol trarre profitto, potenti multinazionali che fanno pressioni politiche, affinché possano affondare i loro artigli su un bene primario necessario per la sopravvivenza.
Nel mese di giugno 2019 venne discusso e approvato dalla Camera dei Deputati, il Decreto Crescita, per essere precisi il D.L. 35/2019, è un documento corredato da 51 articoli, l’articolo 24 prevedeva lo sblocco degli investimenti idrici nel sud e la velocizzazione della liquidazione dell’ EIPLI ovvero l' Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia. Un ente soppresso ed in liquidazione che da molti anni, già nel 2016 vantava un deficit di circa 35 milioni di euro. Giuridicamente è un ente pubblico per la gestione delle risorse idriche, dal 2011 con funzioni ridotte, infatti ora assolve solo a compiti di manutenzione e gestione delle grandi opere idrauliche realizzate. In quel periodo c'era il primo Governo Giuseppe Conte col contratto con la Lega di Salvini.
Col D.L. 201/2016 e successivamente convertito in Legge 214/2016 (poi modificato e integrato), nell’art. 21 comma 10 e 11 del Decreto è previsto che l’ente mantenga il regolare esercizio delle funzioni fino a che non vengano adottate le misure poste in liquidazione.
L’art. 24 del D.L. 35/2019 denominato “crescita” in effetti rileva che la volontà è quella di adottare la misura citata nella legge 214/2011 (c’era il Governo Monti) quindi si sopprime un ente pubblico che lasci il posto alla costituzione di una società privata, che anche se partecipata dallo Stato e dalle Regioni, si tratterà comunque di una SPA con relativi soci terzi i quali potranno legittimare speculatori a fare profitto con un bene pubblico.
A tal proposti il Prof. Paolo Maddalena (Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale) citando l’art. 144 del D.L. 156/2006 (codice dell’ambiente) ebbe a dire : "l’acqua è un bene demaniale e cioè un bene che appartiene al popolo sovrano e che, essendo fuori commercio, e non può essere ceduto ad una società privata".
In realtà la captazione e la distribuzione dell’acqua dovrebbero essere in mano pubblica, come recita l’art. 43 della Costituzione in relazione alla gestione dei servizi pubblici essenziali.
Non dimentichiamo che il referendum del 2011 sancì ampiamente la volontà popolare, che negò la possibilità di affidare la gestione dell’acqua a società private, concetto ribadito da due sentenze della Corte Costituzionale.
L’idea di una costituente società partecipata da enti pubblici e lo Stato, appare come una distrazione dal vero obiettivo posto in essere da politiche neoliberiste ed è come se si gettassero le basi per una futura privatizzazione dell’acqua, basterebbe in fondo solo un piccolo emendamento alla prima occasione.
Per tutelare l'acqua pubblica non bastano gli slogan ed i proclami e purtroppo allo stato attuale dal 2019 ad oggi in effetti non è cambiato assolutamente nulla e la costituzione della nuova società come stabilito dall’art. 21 della Legge 14/2016 è ferma al palo.
L’EIPLI, attualmente, ha circa 130 lavoratori tra effettivi e a tempo determinato, che spesso restano senza stipendio per diversi mesi, un organico insufficiente per la grande mole di lavoro e per un ente che eroga servizi essenziali e si corre il serio rischio con l’immobilismo istituzionale che presto potremmo trovarci di fronte ad un collasso del sistema con le grosse implicazioni che ne deriverebbero.
Occorre ricordare che l'EIPLI gestisce un immenso patrimonio infrastrutturale ed eroga il servizio idrico in diverse Regioni tra cui la Campania, e ne gestisce perfino la manutenzione di altre opere idriche come dighe, impianti di sollevamento e la distribuzione di acqua grezza non trattata per uso potabile e altro ancora.
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