CARNEVALE, QUARESIMA E CUCCAGNA: UN FOCUS SULLA NASCITA DELLE PAROLE
- francescamarra4
- 29 mar 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Tra il XI e XIII secolo, comuni italiani ed europei vedono la loro nascita nelle regioni in cui lo sviluppo economico era più intenso, dalla regione della Chiampagne (Francia), alla Germania occidentale, ma anche in Italia e nel Belgio.
I comuni italiani si organizzarono ben presto in piccoli Stati indipendenti, imponendo il loro potere sulle campagne circostanti e indebolendo il potere dei feudatari.
La rinascita delle città ebbe, tra le altre conseguenze che arrivano ai giorni nostri, anche l'invenzione del Carnevale. Termine che significa "carne-levare", eliminare la carne. Infatti nella quaresima, il periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua, la Chiesa invitava i fedeli a fare penitenza: non mangiando ad esempio la carne. Da qui l'idea di celebrare i giorni che precedevano la quaresima con una festa, chiamata appunto carnevale, in cui si faceva tutto ciò che in quaresima non sarebbe più stato possibile fare.
Già nel mondo romano esisteva un periodo di festa, i Saturnali, della durata di alcuni giorni durante i quali l'ordine sociale era sovvertito: i padroni servivano a tavola gli schiavi e si facevano scherzi. Ma, dopo questo periodo, tutto doveva ritornare all'ordine consueto. Ecco allora che ci si abbuffava in maniera esagerata con feste e banchetti a base di carne. Erano giorni di straordinaria follia in cui i giovani giravano per le strade, sovente mascherati o travestiti, prendendo in giro tutto e tutti. Ancor oggi le maschere e i travestimenti sono il simbolo stesso del carnevale!
La quaresima ricorda invece i quaranta giorni che Gesù passò nel deserto prima di cominciare a predicare. In questo periodo Gesù digiunò e pregò. Anche i fedeli sono invitati a fare altrettanto: devono riflettere sui propri peccati per poi riconciliarsi con Dio il giovedì santo, in cui si ricorda l'ultima cena di Gesù.
La prima descrizione del paese di Cuccagna risale alla metà del XIII secolo. In un racconto in versi si narra del fantastico viaggio di un giovane attraverso una regione ricca di "molte cose meravigliose".
Il paesaggio è molto particolare: i muri delle case sono fatti di spigole, salmoni e aringhe, i tetti di prosciutti e salsicce e nei fiumi scorre il vino. Naturalmente tutte le donne sono bellissime e soprattutto c'è la "fontana della giovinezza, che fa ringiovanire la gente".
Ma cosa vuol dire Cuccagna? Il termine deriva probabilmente dal latino coquere (cucinare): significa " abbondanza di cibo".
Nell'immaginario popolare, il paese di Cuccagna era il sogno di chi sperimentava quotidianamente la fame. Basti pensare che nel Medioevo c'era in media una carestia ogni cinque anni. Nel paese di Cuccagna, invece, il cibo si trovava a ogni angolo della strada e non esisteva la necessità di lavorare. Anzi, la vera fonte del guadagno era l'ozio e più si dormiva tanto più si guadagnava. Anche questo era un sogno dei contadini, costretti a faticare per tutta la vita!
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