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"DANTE NEL CUORE DI NAPOLI"

All’insegna di Dante si è svolta a Napoli nella cornice della Domus Ars di via Santa Chiara una rassegna tra musica, cultura e poesia all’insegna di Dante.

La presentazione del volume d’arte “La Divina Commedia di Antonio Maria Esposito tra miniatura, scultura e spiritualità” a cura di Museodivino e in compagnia di ospiti di eccellenza ha aperto una giornata di festeggiamenti danteschi che si è prolungata fino alle ore 21.30 con due concerti, uno di musica popolare napoletana ispirato a due interpretazioni partenopee del capolavoro, e l’altro di chitarra classica con una selezione di musiche virtuosistiche dell’Ottocento.

Al centro dell’evento un libro d’arte edito presso Leo S. Olschki, vero e proprio omaggio alle minuscole e mirabili sculture di ispirazione dantesca custodite in 42 gusci di noce e create come esercizio di pazienza e meditazione dal sacerdote Antonio Maria Esposito (1917-2007).

Un inedito viaggio fotografico tra le opere e cinque saggi critici di alto valore accademico compongono le due parti del bel volume introdotto da Carlo Ossola. Il primo appuntamento della giornata si è svolto all’insegna del “minimo” in Dante evocato in apertura dal critico letterario e ex presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni dantesche Carlo Ossola. La curatrice Silvia Corsi Andreani ha in seguito guidato relatori e spettatori alla scoperta del legame che unisce nelle sfere della miniatura, della scultura e della spiritualità le piccole opere dell’ignoto prete stabiese, a cui si devono le miniature scultoree protagoniste del volume, ai più grandi illus tratori della Divina Commedia evocati nelle parole delle relatrici invitate. Fara Autiero dell’Illuminated Dante Project, un progetto avviato dall’Università “Federico II” di Napoli per una raccolta digitale dei manoscritti dedicati alla Divina Commedia, una delle tre autrici del volume intervente, ha preso per prima la parola pportanfo i presenti alla scoperta delle prime illustrazioni del capolavoro comparse nei manoscritti medievali, e che hanno dato avvio a una tradizione lunga 700 anni.

Dopo è state Serena Picarelli che ha raccontato la difficoltà per gli artisti di mettere in immagine la visione divina narrata da Dante, dalle illustrazioni più antiche fino alle opere dei più recenti Blake o Flaxman, mentre Léa Vagner del Museodivino ha rivelato il curioso rapporto tra Dante e la scultura, nato da una “scintilla” comparsa in alcuni artisti dell’Ottocento e durata fino ai giorni nostri per arrivare alla Commedia di Antonio Maria Esposito, in realtà più vicina all’arte spirituale di Alberto Giacometti che non agli eredi della scultura ottocentesca ispirata a Dante.

Teresa Prudente dell’Università di Torino ha concluso l’appassionante incontro tirando le fila del discorso con un approfondimento sulle inaspettate filiazioni tra Dante e artisti, evocando particolarmente gli scritti di Virginia Woolf nei quali si trovano evidenti tracce del genio dantesco. A presenziare all’incontro anche l’editore Daniele Olschki, che ha speso qualche parola sul volume appena nato a conclusione della presentazione, e il fotografo Giorgio Cossu.

Musica popolare napoletana direttamente uscita dall’inferno dantesco secondo i poeti partenopei Matilde Pierro e Pasquale Ruocco ha risuonato alle ore 19.00 nello spazio della chiesa sconsacrata di via Santa Chiara. Numerosi gli intervenuti per assistere a questa breve anteprima dello spettacolo ancora inedito “Dante nell’Inferno napoletano” a cura del Canto di Virgilio e messo in scena dal compositore Carlo Faiello con Sonia De Rosa, Gennaro Monti e Pina Valentino. A concludere la serata è stata, dopo l’intervento di Rossella Bonfatti sull’influenza di Dante nel pensiero del Mazzini esule, proprio una chitarra napoletana appartenuta al patriota. Nel silenzio della Domus Ars, nonostante la sala piena, il virtuoso chitarrista classico Marco Battaglia ci ha fatto sentire le delicate note di artisti dell’Ottocento, da Paganini a Giuliani, da Zani de’Ferranti a Legnani.


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