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MANIACALITA' CONTRO APPROSIMAZIONE



La settimana di pausa del campionato dovuta alle nazionali si avvia verso la conclusione ed ha sicuramente fornito informazioni interessanti, novità per alcuni e conferme per altri, ma probabilmente per tutti i tifosi del Napoli il periodo senza poter guardare gli azzurri giocare è apparso infinitamente più lungo della reale durata a causa dell’enorme differenza tra quanto mostrato da Sarri e parallelamente da Ventura, dove le differenze sono apparse evidenti da qualsiasi punto di vista si voglia guardare, ma particolarmente emblematica esaminando due situazioni.

La prima è la continua esclusione in nazionale di uno degli elementi chiave del Napoli, ovvero Jorginho, uno dei principali giocatori completamente rivitalizzati da Sarri nonostante il centrocampo schierato da Ventura risulti probabilmente il più deficitario degli ultimi decenni, dove continuano ad essere titolari Parolo e Gagliardini con esiti piuttosto imbarazzanti anche a causa dello scarso successo dei compiti designati dal CT che non sono assolutamente adatti a determinati interpreti. Il secondo caso da esaminare riguarda Insigne che oltre ad apparire tatticamente sacrificato, prigioniero di una fase difensiva atipica per uno con le sue caratteristiche, è sembrato il più spaesato di tutti tra gli azzurri nonostante probabilmente sia il più talentuoso, visto che buona parte delle sue ottime prestazioni con il Napoli è frutto di un gioco studiato dall’allenatore, colui che dovrebbe far rendere i propri elementi nei propri standard e se possibile anche oltre, cosa che per adesso Ventura non riesce o semplicemente si rifiuta di farlo, sminuendo anche le capacità degli uomini più in forma.


Il ruolo del commissario tecnico è sensibilmente differente da quello dell’allenatore di club, paradossalmente però fare il CT significa proprio scegliere gli elementi più adatti agli stili di gioco che si hanno in mente, e fare il possibile per far avere compiti precisi ad ogni calciatore così da avvantaggiare loro stessi ed il collettivo. Non occorre sicuramente un maestro come Sarri per capire quanta approssimazione sia evidente in quest’Italia e quanto questa appaia una squadra dove la mano dell’allenatore sia così poco evidente, magari da parte di Ventura sarebbe opportuno un passo indietro, come fece proprio Sarri appena approdato sulla panchina azzurra, quando era evidente l’uso proficuo del 4-3-1-2 a lui tanto caro.

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