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IL PALAZZO DELLE ARTI DI CAPODRISE RICEVE UN'OPERA DALLA FAMIGLIA DE TORA


CAPODRISE (CE). La famiglia De Tora ha deciso di donare un’opera di Gianni De Tora, maestro dell’astrattismo geometrico, al Palazzo delle Arti.

L’ufficializzazione avverrà il 24 marzo alle 17:30, in un convegno su “La città visibile”, un momento di riflessione sui complessi aspetti della città, ormai fulcro dell’esistenza.

Di arte e di spazio urbano discuteranno il sindaco Angelo Crescente, la curatrice d’arte Tiziana De Tora, il direttore della rassegna “In cerca del padre” Michelangelo Giovinale, il filosofo Giuseppe Limone, il vicepresidente dell’Ordine degli architetti di Caserta Giancarlo Pignataro e Gaia Salvatori, Docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università “Luigi Vanvitelli”.


Il confronto, moderato dalla giornalista Annamaria La Penna, si svolgerà nella prima sala dello Spazio espositivo permanente, tra le opere della retrospettiva su Gianni De Tora, “Spazio, geometrie del tempo”, in esposizione fino al 14 aprile.

Sarà preceduto dalla proiezione di un cortometraggio, nel quale il regista Alessandro Musone ha raccolto un ritratto inedito e privato di De Tora, tracciato dalla figlia Tiziana.


Conclusa la conversazione, pubblico e relatori scenderanno in piazza Aldo Moro per assistere all’inaugurazione dell’istallazione “Io lavoro”, che l’artista Ugo Cordasco ha donato alla città.


Sosterà di fronte al Municipio, per poi trovare una definitiva collocazione nello spazio urbano. «Di fatto – dichiara il sindaco Crescente –, le due opere segnano la nascita di un “Fondo permanente d’arte contemporanea” e rappresentano il primo atto, concreto e durevole, di costruzione di una città che si rende visibile, perché sa esprimersi attraverso i linguaggi dell’arte».

«L’esperienza del Palazzo – aggiunge Giovinale – ci ha suggerito di allungare lo sguardo oltre le mura, immaginando la piazza come propaggine naturale dell’architettura simbolica dell’edificio: un museo mutevole, a cielo aperto, dove accogliere il genio creativo dell’uomo. Questo è il senso della “Nuova via Appia” dell’arte. Non una meta, bensì un viaggio nella contemporaneità».

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