Si presenta il 18 ottobre, alle ore 18, nell'incantevole cornice del Nilo Museum Shop, nel cuore di Napoli l’ultima prova letteraria di Pino De Stasio, “Notturni – Tre racconti dark”, impreziosita dalle chine di Giancarlo Savino. La bellezza di questo insolito esperimento consiste nella pluralità, nell’inspiegabile. Non esiste un’unica storia, non esiste l’individualità in questo volume.
Con l’autore ne parleranno: la scrittrice Olimpia Ammendola, lo psicologo Fabio Capomazza, Eleonora Belfiore, editor. Modera il giornalista Marco Martone. Gli attori Roberto Strati e Franco Iavarone, leggeranno alcuni tra i più significativi passaggi dell'opera. Nell’itinerario complesso del libro si inseriscono varie appendici che sono lo specchio in cui si riflette anche l’autore: sono i suoi pensieri sulla vita, sulla morte, sui sogni. Fil rouge: la notte, che per qualcuno è un rifugio, per altri un tempo e un luogo per pensare, per capire qualcosa di più su se stessi e sul proprio rapporto con gli altri, per fare delle scelte o per vivere in fuga. Non siamo di fronte a scritti convenzionali. Una caratteristica comune dei racconti, e che colpisce chi legge, è la brevità quasi nipponica dei componimenti, una brevità che acquisisce una denotazione ancora più suggestiva alla luce del contenuto. La tematica più ricorrente è quella introspettiva che lo scrittore scandaglia con tocchi sapienti, senza però mai raggiungerne l’essenza completa, come è giusto ed inevitabile che sia. Tante cose vengono lasciate in sospeso e non vengono spiegate del tutto, così come accade nella vita. Con uno stile sempre brillante e una narrazione sempre tesa, in “Io, Pier Paolo…”, Pino Pelosi, racconta, come in una soggettiva, l’assassinio di Pasolini all’idroscalo di Ostia nella notte del 2 novembre 1975. Ne “L’Idraulico”, secondo racconto della raccolta, si cambia registro. La narrazione si sviluppa sull’asse dell’intreccio erotico e sul forte contrasto tra la discrezione del protagonista e la sfrontatezza dell’idraulico, con esiti sorprendenti. Il riferimento LGBT diventa allora pretesto per narrare la storia, di una umanità schiacciata dal peso di un’insostenibile solitudine. Anche il protagonista della “Gazza Merlina” è prigioniero del suo corpo e delle ipocrisie della sua vita. La vicenda si sviluppa in una dimensione onirica ricca di apparizioni simboliche, che esplora la "geografia del corpo e dell'anima" di un uomo qualunque. Ogni racconto è così una finestra aperta sull’altrove, su un mondo strano ma non troppo, in fondo verosimile, in un caleidoscopio di esperimenti letterari per divertirsi, per narrare e al contempo riflettere sulla nostra esistenza. Il volume conferma la vena sanguigna, sensuale, curiosa e amara di un intellettuale raffinato e acuto, molto impegnato nel sociale.