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ZEUS TORNA A CASA: LA SUA STORIA TRA TERRA E MARE


Seduto sul suo trono, con un braccio proteso verso l’alto che un tempo doveva reggere uno scettro, Zeus è il protagonista indiscusso della mostra “il visibile, l’invisibile e il mare”, allestita nella sala “Polveriera” del Museo Archeologico del Campi Flegrei al Castello Aragonese di Baia.

Per anni il re degli dei è stato lontano dalla sua casa. Infatti da quando la statua di Zeus seduto sul trono è stata ritrovata lungo litorale dei Campi Flegrei, è finita nelle mani di ricettatori e dal 1992 nel Getty Museum di Los Angeles; fin quando nel 2012 è stato ritrovato un frammento marmoreo che si è scoperto corrispondente a una parte mancante della statua. Così, grazie ad una serie di azioni sinergiche della Procura di Napoli, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Getty Museum, finalmente la statua è tornata nella sua antica dimora. E in occasione del suo ritorno è stata allestita l’esposizione nella Polveriera di 12 statue mai esposte prima in Italia, con l’obbiettivo di mostrare come l’opera dell’uomo sia sempre intrecciata con quella della natura.

E ciò è particolarmente vero se si parla dei Campi Flegrei, il cui nome deriva da “campi ardenti”.

L’area dei Campi Flegrei ha infatti alle spalle millenni di attività vulcanica, che ha determinato particolari effetti secondari come il bradisismo.

Questo fenomeno, che continua tutt’ora, consiste nel ciclico innalzarsi e abbassarsi del suolo rispetto al livello del mare. Il bradisismo ha quindi reso unici al mondo i siti archeologici dei Campi Flegrei, che ciclicamente sono stati sommersi per poi riemergere. E quando monumenti e reperti archeologici riemergono, si rimane sorpresi dinanzi agli scherzi della natura: il mare, che ha sepolto per secoli le antiche statue greche protagoniste della mostra, ce le ha restituite più belle di prima: le incrostazioni di cui sono coperte (tra cui anche molte conchiglie) testimoniano la loro antichità; sono prova del fatto che hanno trascorso secoli nell’acqua, in una dimensione di eterna tranquillità, isolate dal mondo che fuori andava avanti ignorando la loro esistenza.

La statua di Zeus è molto particolare: ha un lato ricco di incrostazioni marine e un altro liscio, probabilmente perché era per metà sepolta nella sabbia.

Anche tutte le altre statue colpiscono per il loro fascino millenario: ci sono Afrodite, Hermes e Dionisio, un satiro… Alcune si conservano quasi intatte, altre presentano maggiormente i segni dell’erosione.

Di particolare interesse è un capitello a calica di colonna - l’unico rimasto del pronao del Sacello degli Augustali di Miseno - che era stato rubato durante gli scavi del 1968.

Grazie all’opera dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, anche questo antico resto è tornato a casa.

Per dare un’idea ai visitatori della mostra di quale sia stata la vicenda di questi e di tanti altri reperti dell’area flegrea, vengono proiettati sulle pareti affascinanti filmati raffiguranti i preziosi tesori sommersi sotto le acque di baia. C’è anche una linea del tempo che registra i maggiori fenomeni geologici che hanno interessato i Campi Flegrei nei secoli, come la nascita in una sola settimana del Monte Nuovo, nel 1538.

Dall’alto del castello di Baia, non è difficile immaginare la bellezza che un tempo quei luoghi dovevano esercitare sugli antichi romani, che li sceglievano come meta per le loro vacanze. Vennero costruite tante ville, probabilmente anche quella di Cesare.

Solo verso la fine del 1400 è stato costruito il castello, dagli Aragonesi. Era una fortezza inespugnabile, destinata ad ospitare altre importanti dinastie. Negli anni novanta del novecento il castello, per la sua posizione singolare, è stato scelto come sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, e svolge egregiamente il suo compito,continuando ad affascinare turisti che numerosi restano minuti e minuti ad osservare l’ampio panorama che offre il suo terrazzo. Lo sguardo si perde all’orizzonte, tra un mare cristallino e la luce del sole che, durane le belle giornate, splende sul litorale flegreo: su Capo Miseno, sul Rione Terra e su Pozzuoli, su Nisida e sul lontano Vesuvio.

Una dimora perfetta per il padre degli dei.

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