Visto il grande successo, la mostra prolungata fino al 3 agosto
Fernando Alfonso Mangone in questi giorni è presente con la sua personale “Luminescenze Pisane” alle Officine Garibaldi.
Il pittore geniale con i suoi colori e le sue atmosfere metropolitane ha ottenuto un successo strepitoso, richiamando oltre 500 visitatori da tutta Italia, tra appassionati di arte e cultori della materia, negli spazi di via Gioberti (Pisa).
Per l’inaugurazione della mostra, l'artista internazionale Fernando Alfonso Mangone è stato introdotto da Francesco Corsi di Artingenio, editore e docente di Filosofia Metafisica presso STI Lucca, e dal critico Luciano Carini, già curatore aggiunto alla Biennale di Venezia per il Padiglione Guatemala, uno dei più ammirati di tutta la manifestazione.
L’esposizione delle oltre 20 opere negli spazi delle Officine Garibaldi, visto il grande successo, sarà prolungata sino al 3 agosto. Mangone, talento puro, rivela fin da adolescente un precoce interesse per il linguaggio delle arti visive e di strada. Ama il rock e fin dalla tenera età comincia la sua carriera pennellando a caratteri cubitali sulla casa paterna, con rossa vernice antiruggine, il nome del suo gruppo preferito: THE ROLLING STONES.
Gli studi lo arricchiscono e ne forgiano la tecnica. Prima l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, poi l’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro e, infine, quella di Firenze.
Completano il suo percorso artistico gli anni trascorsi tra Amsterdam, Rotterdam, Parigi, Londra e Berlino, dove vive i periodi e i luoghi dei più grandi maestri del Rock e del Punk. Li immortala in giganteschi cartelloni che, per molto tempo, sono stati lo sfondo di paesaggi e scorci delle famose città.
Gli anni lontani dalla tanto amata terra natia plasmano l’animo sensibile dell’artista e influenzano fortemente le sue tele, portandolo a reinventa forme e colori tradizionali.
Con il progetto ventennale “Attraversocittà” sono proprio le città dove ha vissuto quelle raffigurate dalle pennellate dell’artista dal cuore buono e dalla indole ottimista.
Disegna i ricordi dei luoghi e delle atmosfere con una padronanza tecnica straordinaria. Il suo non è un semplice dipingere, ma uno stendere con passione le emozioni che lo pervadono. Le opere sono quasi magnetiche e fanno della luminosità e della fluorescenza il loro tratto distintivo. Infatti, con la lampada di Wood, le opere del genio contemporaneo diventano luminescenti.
L’attraversatore di città percorre ogni angolo artistico, si immerge nella folla, vive la gente, per poi ritrarla in fugaci passaggi.
Mangone domina lo spazio, in piena contemporaneità. Vive le armonie delle forme classiche per trasformarle con la sua forza espressionista in versione talvolta Pop, talune altre in psichedeliche. Straordinariamente accattivanti e sorprendenti sono i colori accesi, brillanti e vivaci del Mangone, le cui cromie passano dai toni del grigio cenere a improvvise e luminose accensioni di vernici fluorescenti; le pennellate si ispessiscono e si rincorrono sulla tela. Sono ritmi di vita, estemporanee pulsioni dell’animo, sempre alla ricerca di sensazioni da imprimere con decisione. Le città sono spesso rappresentate dal caos metropolitano, dalla geometria delle architetture moderne e dalla vivacità delle insegne luminose, icone statiche, ma onnipresenti nell’odierna realtà. E’ così che dipinge le piazze e le città, arricchendole di nuova vita. Dalla sua esperienza artistica, da lui stesso definita ‘randagia’, che talvolta assume i connotati della street art, procede un’evoluzione della pittura che sembra culminare, dopo ben cinquant’anni, in ciò che il Professor Francesco Corsi ama definire “Rinascimento psichedelico”.
Il Professor Corsi afferma: “La ‘perfetta letizia’, l’essere sempre gentile con tutti e il perdonare, non serbando rancore per nessuno. Per questa visione così positiva della vita Mangone, oltre che un grande maestro d’arte, è anche un grande maestro di vita. Forse per questo Mangone ama dipingere Papa Francesco in modo fluorescente, punk, pop. Anche il giornalista Roberto Alborghetti, che conosce assai bene il Papa, avendone scritto di recente il bel libro A tavola con Papa Francesco, ha apprezzato l’energetico dipinto di Mangone che ritrae il Papa nel mimare l’OK con il pollice”.
A dicembre uscirà il volume fotografico che il Prof. Giorgio Falossi sta realizzando come tributo a Leonardo da Vinci, a 500 anni dalla sua morte. Il libro verrà presentato in tutti i musei più importanti del mondo. E l’artista Mangone partecipa con ben quattro opere: Dama con l'ermellino, in una versione della donna con tratti moderni; Ultima Cena, con una sorprendente rivisitazione della tela; Ritratto di Leonardo da Vinci, noto come Tavola Lucana o di Acerenza, con colori fluorescenti che vanno dal blu cobalto al rosso cadmio, fino a verde lime intenso; Corridoio della Galleria degli Uffizi, in un’opera squisitamente concettuale. E’ senza ombra di dubbio una carriera artistica in continua ascesa quella del superlativo artista tanto apprezzato da famosi critici d’arte come Vittorio Sgarbi, Luciano Carini e Paolo Levi.
Biografia:
Fernando Alfonso Mangone nasce nel 1958 ad Altavilla Silentina. Appena adolescente manifesta un interesse precoce e un talento naturale per il linguaggio delle arti visive. Inizia ad appassionarsi alla storia dell’arte sfogliando vecchi libri, ricopiandone le illustrazioni. Si iscrive al Liceo Artistico, dove la sua naturale inclinazione comincia a consolidarsi in una formazione artistica più scandita e articolata. Ammesso all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, si trasferisce nel 1977 all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro dove segue il corso di pittura del Prof. Gianni Pisani. L’anno successivo si trasferisce a Firenze e prosegue i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti, seguendo il corso di pittura del Prof. Gustavo Giulietti e conseguendo il Diploma nell’anno accademico 1980/1981, Magna cum Laude.
La permanenza a Firenze e nelle immediate vicinanze si protrae fino al 1989 e segna il suo esordio nell’attività di pittore in un contesto culturale e artistico tra i più animati e rappresentativi a livello europeo di questi anni. Dal 1978 al 1989 coltiva il suo impegno artistico tra Firenze e Roma, instaurando rapporti di collaborazione con numerosi intellettuali, artisti, critici d’arte e galleristi italiani e stranieri. Negli stessi anni, Mangone avvia una intensa attività espositiva in gallerie e spazi pubblici nazionali e internazionali.
Nel 1989 si trasferisce in Olanda, dove l’artista vive una fase di frenetica attività creativa ed espositiva in diverse città come L’Aia, Amsterdam e Groningen. Realizza, tra il 1992 ed il 1993, una serie di mostre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam. Nel 1995, prima del suo trasferimento a Berlino, dipinge numerosi murales in spazi pubblici e privati: metropolitane, teatri, discoteche, parchi. Gli vengono commissionati interventi da Stad-Kunst, Green Peace, Amnesty International e da numerosi gruppi teatrali e musicali.
Dopo tanto peregrinare, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, nel 1996, torna ad Altavilla Silentina, sua città d’origine. Gli anni a seguire segnano l’inizio di una nuova fase di studio e di sperimentazione. Mangone si concentra principalmente sulle tematiche predilette: le città, da sempre presente nelle sue opere sin dagli esordi giovanili; il periodo fiorentino, quindi, il paesaggio urbano nelle sue varie connotazioni; la rivisitazione del mito greco, dalla pittura vascolare ai templi d’Italia, e al patrimonio di cultura e di leggende della Magna Grecia. I temi si estendono in direzioni parallele, con reiterate sovrapposizioni che, talvolta, determinano delle dimensioni oniriche.
Dal 1997 al 2000, avvia un’importante collaborazione con la multinazionale Heineken-Italia, realizzando una serie limitata di bicchieri per la Stella Artois, raffiguranti scorci di Bruxelles e di diverse città del Belgio, e una collezione di quadri ad olio e in tecnica mista inseriti nei locali Heineken Green Stage.
Negli anni successivi approfondisce il suo percorso di ricerca pittorica e realizza svariate mostre personali e collettive a Milano, Venezia, Paestum, Salerno, Positano, Groningen, Roma, Torino e Napoli. Nel luglio del 2013, in occasione del 70° anniversario del bombardamento di Roma, partecipa alle attività commemorative celebrate nel complesso della Basilica di San Lorenzo in Roma, grazie al progetto Sagome, nato nel 2007, sotto il patrocinio dell’Unicef. Durante l’evento, celebrato alla presenza di Sua Santità Papa Francesco, l’artista ha donato a Papa Francesco un ritratto dal titolo Il Passaggio, raffigurante le immagini di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco. Nel 2017 i suoi dipinti sono alla Biennale Milano – International Art Meeting, una delle più rinomate e celebri esposizioni internazionali.
Da marzo ad aprile 2019, presso la Galleria Studio C, il maestro Mangone ha esposto la collezione “Attraversocittà d'Europa”, illustrata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, i cui saggi figurano nei volumi relativi alla Triennale di Roma 2014 e in quelli della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2015 (entrambe edizioni Giorgio Mondadori).