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LA COMPAGNIA TEATRALE "I CONTRATTORI" PRESENTA "CRISTIANA FAMIGLIA"


8 marzo 2020 ore 18,30

TEATRO AUDITORIUM

Via Falcone e Borsellino

Saviano (NA)

Eleonora Flauto, Paolo Nicolella, Antonietta Sorrentino, Enzo Aquilone, Letizia D'Aniello, Lino di Benedictis, Carmen Nappo, Marilina Nicolella attori della compagnia teatrale "I CONTRATTORI" propongono "CRISTIANA FAMIGLIA” di Fortunato Calvino, dramma teatrale di grande impatto emotivo

Lo spettacolo che affronta il tema della famiglia, nucleo centrale e fondamentale della nostra società è, in Cristiana Famiglia, un affresco contemporaneo.

Ogni figura, o personaggio, è vittima della propria individualità, dei propri egoismi, generando il perenne scontro di due opposte concezioni della vita, incarnate dalla vicenda esistenziale di due fratelli.

Giuseppe è un ex operaio onesto e istruito, che dimostra dignità e rispetto verso gli altri, ma è costretto ad indebitarsi per andare avanti nell’attesa di riottenere il suo lavoro in fabbrica.

Alfredo, invece, aspira a diventare un potente boss della malavita e, per difendere il proprio prestigio, ostenta le ricchezze accumulate ai suoi familiari. La figura dell’aspirante boss si contrappone a quella di Giuseppe, legato ai valori della lealtà e del vivere civile, che lo inducono a rinunciare al lusso e ai piaceri della vita mondana.

Lo scontro fra i due fratelli è forte e impietoso, mentre le figure femminili tentano, invano, di tenere insieme i cocci di un nucleo in stato di progressiva disgregazione.

Sullo sfondo di un fitto intreccio di tematiche di grande interesse ed attualità, si colloca l’arrivo della guerra, che in questo contesto assume un duplice significato: concreto e simbolico.

E, durante un “sacro” pranzo domenicale, una cruda verità capovolgerà, all’improvviso, i rapporti tra i componenti della famiglia, ognuno a suo modo macchiato da un grave colpa: quella dell’incomunicabilità.

Ho cercato - spiega Fortunato Calvino - di costruire un percorso attraverso alcuni tòpoi della vita napoletana, mettendoli a confronto costante con altri due elementi fortemente caratterizzanti: l’uno di matrice ancora napoletana, Santa Rita, l’altro, più generale, è la guerra, o meglio, il clima da guerra che ci ruota intorno”.

Lo snodarsi indifferente della vita quotidiana di un certo microcosmo napoletano assurge a specchio amplificato della vita di tante altre città, se non di tutte. Rigurgiti di antiche religiosità convivono con distruzioni prossime venture, in cui le voci innocenti sono scomparse, oppure sembrano reiterare, ingenuamente, formule tramontate. Denunciano, così, una vita di rimessa, racconto di una società in rapida decadenza, che non riesce più a trovare lo slancio per rovesciare questa corsa verso l’abisso.

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