PRAIANO:"VIAGGIANDO IN COSTIERA", MOSTRA DI CAVIRO
- 22 ago 2020
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Appuntamento con l’Arte con la maiuscola, all’Hotel Pellegrino, (via G. Capriglione 190), storica struttura della zona, immersa nel verde e proiettata nell’azzurri della Costa d’Amalfi, gestito tradizionalmente dalla famiglia Rispoli, fino dalla sua fondazione.
I panoramicissimi spazi espositivi, da sabato prossimo, 22 agosto a venerdì 28 agosto, ospiteranno “Viaggiando... in Costiera”: estratti rappresentativi dalla recentissima personale partenopea di successo, firmata da Carmelo Vicente Rossi, in arte Caviro. La mostra, intitolata “Viaggiando”, si è appena conclusa al Maschio Angioino di Napoli, con un bilancio decisamente positivo, ampi consensi di pubblico e di critica, notevoli note di apprezzamento, commenti entusiastici da parte di personaggi noti e competenti, che hanno visitato la ricca mostra - circa 60 opere - allestita nelle Sale della Corte.
In tanti hanno apprezzato pubblicamente questa produzione dell’artista, frutto di una evoluzione stilistica e tecnica in cui gioca un ruolo fondamentale anche la scelta dei colori, ora preferiti in tonalità più intense e luminose, prima invece soprattutto cupi. Entusiasta, la console della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Napoli, Esequia Rubin De Celis. Madrina eccellente e preparata in materia, del riuscito evento inaugurale a Castel Nuovo, ha indirizzato a Carmelo molteplici espressioni di sentito ringraziamento per “la sua arte che unisce Venezuela e Italia”.

Anche il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, si è dichiarato particolarmente interessato alla produzione pittorica e scultorea dell’artista, e alle particolari tecniche miste utilizzate, tanto da sollecitarlo a realizzare una nuova mostra cittadina a breve scadenza.
L’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Eleonora de Maio, pure ha dimostrato grande interesse per l’arte di Caviro e!si è complimentata con “Carmelo Vicente Rossi per un percorso creativo che si fa sempre più intrigante e ricco” sottolineando che: “L'arte ci invita a questo viaggio, ci sfida anzí ad affidarci alla sua guida per lasciarci andare, tra realtà e fantasia, fra tecnica e immaginazione...“ aggiungendo i suoi tanto sentiti quanto dovuti ringraziamenti, per l’impegno profuso: “Ringrazio I'artista e gli organizzatori per questa mostra che arricchisce il nostro panorama culturale, offrendo una nuova occasione di interesse e ai nostri concittadini ed ai turisti in visita nella nostra città.”
Caviro porta adesso in Costiera amalfitana la sua arte, nella quale spiccano le nuove tonalità scelte che prendono il posto delle precedenti più discrete, a testimoniare una innovativa visione più ottimistica della realtà delle “città del mondo” - tema a lui caro - alle quali s’ispira attraverso “Napoli città della pace”, eletta quale simbolo universale degli agglomerati urbani e musa ispiratrice.
La sua “arte cittadina” racchiude realtà e fantasia che s’incontrano nel viaggio.
Ora risultano più luminosi i suoi quadri, grazie agli azzurri della Costiera amalfitana, i blu profondi del Golfo partenopeo, i rossi intensi e gli aranciati della nativa Victoria.
I colori del mare campano e quelli del fuoco, tipici dell’entroterra venezuelano, si fondono con tratti decisi, e armoniosi intagli rivelano la perenne ricerca dell’artista, venezuelano di nascita e italiano di adozione, che vive con intensità la duplice appartenenza, verso inedite forme espressive che realizza anche nei curati bassorilievi in legno e metallo.
Proprio maggiormente nei molteplici lavori su tela e su legno della sua eterogenea produzione artistica, trapela l’accordo spontaneo tra le sue due appartenenze, amori, patrie, realtà - quella venezuelana e quella italiana - che profondamente lo coinvolgono e sono fonti di continua e fertile ispirazione e d’incessante evoluzione artistica che l’artista cerca di comunicare, con l’intento di renderne partecipe il mondo, attraverso il suo messaggio a colori, colori intensi, colori di speranza per una futura collocazione umana che non sarà nelle città, abbandonate dall’uomo e quindi destinate a morire, ma altrove.
Dove? Forse, in una dimensione tra realtà e fantasia dove l’uomo è libero da catene e prigioni mentali prima ancora che materiali, e può donarsi all’assoluta creatività.