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"NEMO PROFETA IN PATRIA"

Noi li formiamo, diamo loro le competenze e poi li costringiamo ad andare via da Napoli per trovare o poter continuare il lavoro per il quale si sono specializzati dopo anni di studio.

Mi riferisco ai 50 mila giovani campani, che secondo il rapporto annuale dell’ISTAT del 2019, in dieci anni sono stati costretti a lasciare la propria regione, dunque la propria famiglia, i propri affetti, le proprie radici per trasferirsi al nord e al centro Italia.

La mia amara riflessione è maturata dopo aver letto la lettera di un infermiere napoletano, uno dei tanti dal volto sconosciuto, che, durante la PANDEMIA, ha lavorato presso l'AOU Luigi Vanvitelli, combattendo in prima linea e che adesso dovrà lasciare Napoli per poter continuare a svolgere il suo lavoro, nonostante ci siano leggi che permettono loro di essere stabilizzati nelle Aziende dove già operavano con contratti precari.

“Gentilissimo Presidente Vincenzo De Luca, ha scritto Gianmarco Merre, infermiere dell’AOU Luigi Vanvitelli di Napoli, vincitore dell’avviso pubblico urgente, per titoli e colloquio, per il conferimento di n. 50 incarichi a tempo determinato di collaboratore professionale sanitario Infermiere categoria D indetto con la delibera n. 905 del 15/07/2019, sono stato convocato dall’AOU “Luigi Vanvitelli” con delibera n°165 del 03/03/2020 per assunzione straordinaria a tempo determinato, 6 mesi eventualmente rinnovabili ,per emergenza Covid-19. Ho iniziato questo percorso nel reparto covid-19 correndo il rischio di poter infettare me e i miei cari, perché è così che fa un vero professionista, non si tira indietro davanti alle difficoltà e alle nuove avventure, con la speranza che tutto questo potesse finire nel più breve tempo possibile. Ho affrontato quest’avventura con tanta ansia ma, con la speranza che potessi essere riconosciuto da parte dell’azienda ospedaliera.

Ed è proprio per questo motivo che oggi sono qui a scriverle questa lettera, per esporre il mio problema e quello di tanti altri colleghi che, come me, si ritrovano ad essere vincitori di un avviso pubblico e di un concorso pubblico presso altra azienda ospedaliera e sono costretti a dover andare fuori regione , poiché il Direttore Generale non accetta l’utilizzazione di altre graduatorie a causa di un futuro concorso pubblico. La cosa che più colpisce è che colleghi di altre aziende Ospedaliere della regione Campania nella nostra stessa situazione hanno potuto usufruire della normativa in materia di bilancio e gestione degli enti pubblici (art. 3 della legge n° 350/2003, art. 9 della legge 3/2003, art. 4 del D.lgs101/2013, convertita in legge n°125/2013 e successive) che prevede la possibilità da parte delle P.P.A.A. di ricoprire i posti carenti in organico anche mediante l’utilizzazione degli idonei delle graduatorie di concorsi pubblici approvate da altra amministrazione del medesimo comparto di contrattazione, previo accordo tra le stesse). Con la speranza che legga questa lettera, conclude Giammarco Merre, e che possa prendere a cuore la soluzione del nostro problema, a nome di tutti i professionisti che si trovano nella mia stessa situazione le​ esprimo i miei più sentiti saluti”.

Non si riesce a comprendere il motivo per il quale professionisti formati nella nostra Regione siano costretti ad andare a lavorare in altre Regioni nonostante ci siano leggi che permettono di essere stabilizzati nelle Aziende dove già lavorano con contratti precari.


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