La nuova scuola-laboratorio che valorizza l’esperienza degli studenti
Diversi studi risalenti al XVII secolo dimostrano le origine del concetto di esperienza, la quale si ritrova ad essere fondamento dell’educazione e della stessa teoria educativa.
Ogni esperienza è basata sull’ iterazione tra soggetto e oggetto, tra il sé e il mondo e rappresenta il risultato non solo del rapporto tra individuo e l’ambiente ma soprattutto l’unione fra le due parti.
Il concetto dell’esperienza segue un approccio olistico all’educazione, nel senso che è basato sulla iterazione tra essere umano e ambiente. Essa prende tutti gli aspetti dell’esistenza umana, il suo essere nel mondo, come il punto metodologico di partenza.
L’esperienza è un aspetto centrale di questa interazione e dunque, un fenomeno comunicativo, storico e culturale, piuttosto che un fenomeno individuale o mentale.
In base a questa premessa, per molti autori la conoscenza inizia a realizzarsi quando l’essere umano si trova in una situazione problematica. In questa situazione la natura dell’uomo, i valori e l’intelligenza critica entrano in gioco. Un’ esperienza che si fonda sulla conoscenza e che per tale ragione trova una sua giustificazione nell’azione. La conoscenza è l’obiettivo che vuole raggiungere l’individuo e che talvolta raggiunge senza avvedersene.

QUAL è ALLORA QUEL MECCANISMO CHE CONDUCE L’INDIVIDUO ALLA CONOSCENZA?
Le prime teorie a parlare di conoscenza “attraverso” i sensi è stato John Dewey, che spiega come la conoscenza entra in relazione, cioè è relativa ad altro; ma non dipende dalle impressioni o dall’ausilio dei sensi.
Gli studiosi sono sempre più convinti che per arrivare a capire cosa sia l’esperienza è necessario comprendere come ragiona l’individuo, come lavorano la mente e il corpo, e come rispondono agli stimoli esterni.
La nuova psicologia quindi inizia a dimostrare come la conoscenza sia attiva, reattiva e legata all’ambiente, ai sentimenti, ai sensi. Una conoscenza operativa. Operativa cioè, nel senso che opera per creare esperienza, così come quest’ultima opera per creare nuove conoscenze.
IL RAPPORTO EDUCAZIONE E DEMOCRAZIA
In virtù di un cambiamento radicale del pensiero scientifico, che diventa essenzialmente sociale, le scuole cominciano ad organizzarsi, almeno in parte, come piccole comunità scientifiche- laboratori del fare conoscenza.
Il rapporto educazione e democrazia diventa necessario e vincolante. Da questo rapporto deriva la teoria dell’esperienza.
E la proposta di educare al pensiero scientifico già nelle scuole implica l’importanza del pensiero critico che mostrava come la conoscenza non sia un prodotto già pronto per l’uso, ma frutto di un ragionamento morale e scientifico talvolta lungo e complesso.
L’educazione diventa un elemento naturale, biologico che serve a tirar fuori dall’ individuo un altro elemento naturale e biologico, la democrazia. Ma tra l’educazione e la democrazia c’è un valore intermedio: L’esperienza.
Quest’ultima è il risultato della nostra intelligenza creativa derivante dal pensiero critico.

LA NUOVA SCUOLA COME LABORATORIO DI DEMOCRAZIA
La scuola viene intesa come un nuovo “laboratorio di democrazia” è il paradigma del principio dell’adattamento, nel senso che nella scuola si può sperimentare un curriculo in cui l’esperienza sia centrale.
La scuola dunque dovrà rappresentare l’istituzione atta a sviluppare i valori legati all’esperienza, tutelando il pensiero critico.
La teoria dell’esperienza genera la questione educativa, in quanto l’adattabilità più significativa è determinata dalla relazione tra gli individui: vale a dire il rapporto teoria- pratica in cui quest’ultima diventa elemento che determina l’intero cambiamento della vita dell’uomo.
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