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L'ARTE TRASFORMA I METALLI

NisidArte, è un Laboratorio artigianale nel quale i giovani detenuti nell’Istituto penale per minori di Nisida imparano a lavorare con tecniche artigianali metalli non preziosi, ma duttili come il rame, l’ottone e l’alluminio e a trasformarli in oggetti d’arte, quali spille, ciondoli, bracciali, o anche fiori, piante, animali. Grazie a questa iniziativa, giovani che non avevano mai preso in mano un seghetto o un bulino, che non avevano mai visto un trapano o una sabbiatrice, sotto la guida di un maestro esperto, anche se giovane come loro, Francesco Porzio, imparano a conoscere e ad usare questi attrezzi per modellare, sagomare, incidere lamine di metallo e trasformarle in qualche cosa che la fantasia suggerisce loro. Il progetto prevede anche la messa in funzione di una seconda linea, a partire da una stampante 3D con la quale produrre modellini in plastica da trasformare in cera ed, infine, tramite le microfusione, in pezzi metallici. Ideatrice del progetto è la Fondazione onlus IL MEGLIO DI TE, che sostiene tutte le spese di attrezzature, materiale e lavorative del maestro, da sempre presente a Nisida, dove ha creato anni fa la NESIS, un laboratorio di ceramiche ora divenuto una cooperativa autonoma di cui è presidente Fulvia Russo, che presiede anche la Fondazione. Il responsabile ed il supervisore tecnico del progetto è Raffaele Zocchi, esperto in metallurgia e organizzazione aziendale, che da anni collabora con la Fondazione come volontario. L’Associazione Internazionale Soroptimist ha contribuito con una donazione consistente commissionando circa mille spille rappresentanti un’ape che si posa su un fiore, simbolo della campagna contro l’estinzione delle api. Grazie a questa iniziativa i giovani detenuti hanno la possibilità di apprezzare il valore del lavoro, e comprendere la necessità del rispetto delle regole in un ambiente di lavoro, a partire da quelle della sicurezza, dell’organizzazione, del raggiungimento di obiettivi, della meritocrazia: infatti essi ricevono anche un premio per i progressi fatti e per le capacità acquisite. La speranza è che, una volta terminato il loro percorso carcerario, questi giovani riescano a non ritornare a delinquere, ma si inseriscano in qualche attività lavorativa, anche sulla base del percorso formativo fatto. “Il carcere, ha dichiarato l’avv.Fulvia Russo, da sempre è rappresentato da catene, che anch’esse sono di metallo; ma questi metalli che prendono forma tra le mani dei ragazzi facendo diventare reale la loro fantasia, sono metalli molto più lievi che, come le ali di un uccello o di un aereo possono accompagnarli verso la libertà e farli uscire dalle catene della delinquenza”





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