Martedì 22 febbraio nel teatro dell’Opera ore 16.30 in collaborazione con l’associazione Oasi Angeli di Pace Odv, Rai per il Sociale, l’Associazione Carta di Roma, il giornalista Rai, Valerio Cataldi presenterà il libro “Narcotica, lungo le rotte della morte”.
Incontro, curato da Marzia Taruffi, Responsabile dell’Ufficio Stampa e Cultura del Casinò di Sanremo con gli interventi di Padre Rito Julio Alvarez, presidente dell’associazione “Oasi Angeli di Pace Odv” e fondatore di “Oasis de Amor Y Paz”, del dott. Giovanni Parapini, Direttore di Rai per il Sociale e del dott. Carlo Indellicati, presidente della sezione penale del Tribunale di Imperia.
Ospite d’onore il Procuratore Nazionale Antimafia dott. Federico Cafiero De Raho.
“Non è facile tradurre in parole una serie di inchieste realizzate per la televisione. Eppure Valerio Cataldi, inviato della Rai, è riuscito a restituirci, attraverso la scrittura, i suoni, i colori, persino gli sguardi e gli umori delle donne e degli uomini che ha incontrato nei suoi viaggi. Penso ai bambini, alle loro mani consumate dalla raccolta delle foglie di coca nei campi, al loro desiderio di sfuggire alla miseria, alla loro voglia di continuare a studiare, allo spietato realismo di chi “devo aiutare i miei, anche loro hanno fatto lo stesso mestiere”.
Allo stesso modo risaltano le mani di chi impugna una pistola, con il calcio alzato e il colpo in canna, oppure la fatica degli inquirenti italiani costretti a ripercorrere gli itinerari del malaffare per scrutare le orme di una mafia sempre più assassina e sempre più transnazionale.
Questo viaggio attraverso Messico, Colombia, Venezuela, Albania, per citare solo alcuni dei paesi dove è ambientato il viaggio, racconta, meglio di tanti saggi, il livello di connessione che lega mondi apparentemente distanti.
Mafie e malaffare hanno legami profondi, condizionano la vita di milioni di persone, costringono alla schiavitù chi non ha nulla e ha bisogno di sopravvivere, realizzano un “Gasdotto” destinato a unire i continenti e a inquinare istituzioni e politica, asservendole ai loro interessi, seminando morte e terrore; basti pensare alla guerra civile che ha insanguinato la Colombia o ai massacri che ancora segnato la vita del Messico.
In questo lungo viaggio Valerio Cataldi ha trovato tracce di “Casa nostra” che, purtroppo, non riguardano i rapporti tra antiche civiltà, ma l’odore dei soldi e l’internazionale del crimine.
Basta leggere le pagine sulle inchieste condotte da Nicola Gratteri, il legame tra ’ndrangheta e traffico di droga, il tentativo di utilizzare persino la fede religiosa, o meglio una religione ridotta a superstizione, per sacralizzare l’atto assassino di far soldi umiliando e lacerando la dignità di quelli che Papa Francesco ha definito “scarti umani”, non più persone, ma cose da sfruttare e buttare nel più vicino cestino dei rifiuti.
Dalla letture di queste pagine si capisce meglio, sia pure in forma indiretta, perché la Chiesa di Bergoglio abbia pronunciato parole così forti e definitive contro le mafie, gli inchini davanti alle statue della Madonna, il tentativo di nascondere l’illecito dietro il sacro.
Se le mafie sono interconnesse sarà sempre più necessario che anche l’informazione lo sia, che nascano consorzi di inchiesta, che si ritorni alla valorizzazione del mestiere dell’inviato che non potrà mai essere sostituito dalla rete.
Gli odori, i colori, le sfumature, hanno bisogno di un occhio umano e di un pensiero critico per essere restituiti nella loro pienezza, sfumature comprese.“ Dalla Prefazione di Beppe Giulietti Presidente Federazione Nazionale Stampa Italiana.
Narcotica, lungo le rotte della morte è un viaggio tra Messico, Colombia, Albania e Italia, nelle zone del narcotraffico, dove lo Stato non esiste e dove governa il crimine organizzato. Un viaggio esclusivo in territori senza regole tra le milizie di Filo de Caballos, un piccolo villaggio roccaforte della polizia comunitaria dello Stato di Guerrero in Messico, che combatte una guerra feroce contro il cartello del sud; tra i bambini sfruttati nelle coltivazioni di coca del Catatumbo in Colombia ai confini con il Venezuela dove la guerriglia detta legge.
Un viaggio che indaga sulla religiosità opportunistica della ’ndrangheta che venera la madonna di Polsi intrecciata con quella primordiale dei messicani e del culto pagano della Santa Muerte, “protettrice dei pistoleros”.
Un viaggio che segue il filo di esistenze che cercano di sopravvivere ai margini dell’impresa più redditizia del pianeta: il narcotraffico e il suo giro d’affari calcolato in 450 miliardi di dollari l’anno. Quelli che l’antropologo messicano Abel Barrera chiama “gli schiavi del mondo moderno”.
Il libro Narcotica nasce dall’inchiesta televisiva di Raitre vincitrice del Premio “Franco Giustolisi – Fuori dall’Armadio”, edizione 2019.
“Abbiamo cercato di raccontare storie di narcotraffico cambiando punto di vista. Cercando di guardarlo attraverso gli occhi di quelli che sono gli schiavi del mondo moderno secondo l’antropologo messicano Abel Barrera, attivista per i diritti umani: “sono i paria del sistema che ha bisogno di succhiare il sangue della gente povera. Ha bisogno di queste enclave dell’oblio. Ha bisogno di questa manodopera gratuita. Ha bisogno del dolore e della sofferenza della gente perché l’economia criminale fiorisca”. Avevamo la necessità di guardare quel mondo da una prospettiva diversa. Per dare dignità alle storie di donne, uomini, bambini, comunità indigene, leader sociali, attivisti ambientali, desaparecidos, giornalisti, campesinos, uomini di chiesa, studenti. Volevamo guardare le loro mani e cercare di capire un po’ meglio come è fatto questo mondo. Ascoltare le storie delle vittime collaterali di una guerra che, in realtà, non è mai stata dichiarata. Narcotica è un percorso lungo migliaia di chilometri. Narcotica è un programma televisivo e adesso è anche un libro.
Spero che vi sia utile leggere quelle storie nascoste, che vi aiuti a capire meglio
A me ha fatto bene cercarle ed ascoltarle. Mi hanno aiutato a capire che non c’è nulla di romantico e che il racconto mainstream del narcotraffico, è un racconto deviante e parziale, narra degli amori e dei tradimenti dei narcotrafficanti ma ignora completamente le storie delle persone.
A me ha fatto bene scrivere queste storie. Valerio Cataldi
Federico Cafiero de Raho, magistrato, attualmente Procuratore nazionale antimafia dal novembre 2017.
Laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II è entrato nella magistratura italiana nel 1977, pubblico ministero a Milano e dal 1984 a Napoli, ha condotto numerosi processi ed indagini giudiziarie contro la camorra, in particolare contro il clan dei casalesi facendo catturare numerosi latitanti e coordinando un pool di magistrati che ha indagato sulle cosche del casertano; negli anni 1990 e 2000 ha fatto parte del pool che ha coordinato le indagini contro il clan camorristico dei casalesi, attività investigativa che poi è sfociata nel famoso Processo Spartacus dove De Raho ha rappresentato la pubblica accusa facendo condannare centinaia di camorristi.
Dal 2006 al 13 marzo 2013 è stato Procuratore aggiunto di Napoli. Il 13 marzo 2013 il plenum del CSM lo nomina, con 12 voti a favore, nuovo procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. L'8 novembre 2017 il plenum del CSM lo nomina, all'unanimità, nuovo Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, succedendo a Franco Roberti il cui incarico è terminato il 16 novembre 2017 .Il 4 maggio 2013 ha ricevuto il premio Gerbera Gialla per la giustizia, consegnatogli a Reggio Calabria dall'associazione antimafia. Il 30 settembre 2015 ha ricevuto la Stella al Merito Sociale, in occasione del 7° International Commitment Award, conferita dal Presidente dell'organizzazione Non-profit Cultura&Solidarietà, Francesco Vivacqua, al Teatro dal Verme di Milano.
Valerio Cataldi oggi caporedattore della redazione inchieste di Rainews, negli ultimi 20 anni inviato speciale della Rai, ha seguito le rotte dell’immigrazione, è entrato in zone di conflitto armato dove detta legge il crimine organizzato come Colombia, Messico, Ecuador, Brasile; ha esplorato zone di guerra come Iraq, Afghanistan, Sud Sudan. Autore di documentari e reportage che hanno vinto premi internazionali. Ha curato mostre multimediali sull’immigrazione inaugurate dal presidente della Repubblica a Lampedusa e alla Camera dei Deputati.
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