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TRAVESTITI DA GANDHI BLOCCANO L'INGRESSO AL PALAZZO DI GIUSTIZIA

EXTINCTION REBELLION LANCIA UN APPELLO ALLA MAGISTRATURA


Nei giorni in cui il nuovo Pacchetto Sicurezza, ribattezzato anti-Gandhi, è in discussione in Commissione Giustizia, Extinction Rebellion lancia l'allarme sulla minaccia al diritto di manifestazione e si appella alla società civile e alla magistratura.

Travestiti da Gandhi, con gli iconici occhiali e la tunica bianca, diverse persone, legate a Extinction Rebellion, si sono incatenate tra loro, davanti all'ingresso principale di Palazzo di Giustizia a Milano. srotolando uno striscione con su scritto: "Arrestate le emissioni, non Gandhi".

Lo slogan fa riferimento al disegno di legge 1660/24, il nuovo pacchetto sicurezza proposto dal Governo, ribattezzato, dai media e dalle opposizioni, "legge anti-Gandhi"

"Diversi articoli del provvedimento sembrano tagliati su misura per ostacolare le proteste degli attivisti per il clima e dei comitati che si oppongono alla costruzione di grandi opere con pesanti impatti ambientali, come il Ponte sullo Stretto o il TAV Torino-Lione" dichiara Elisa.

Attualmente in discussione in Commissione Giustizia, il disegno di legge arriverà alla Camera il 5 agosto, poco prima della chiusura estiva del Parlamento.

Ribattezzato appunto "legge anti-Gandhi", dal nome del leader politico promotore della protesta non violenta Mohandas Karamchand “Mahatma” Gandhi, il disegno di legge include diversi articoli che inasprirebbero le pene contro chi protesta con modalità nonviolente.

L'Associazione Antigone, animata da magistrati e giuristi, sottolinea la spinta verso una criminalizzazione delle lotte sociali e degli atti di protesta per il miglioramento climatico per i quali si prevedono aumenti di pena.

In particolare, è ritenuto critico l'art. 11, che reintroduce la pena detentiva in caso di blocco stradale anche con il solo corpo.

Ma a preoccupare, come afferma anche Amnesty International, è soprattutto un emendamento  recentemente votato in Commissione, che prevede un aumento di pena pari a un terzo per chi contesta la realizzazione di opere pubbliche se "la violenza o minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura strategica".

“Ci rivolgiamo alla Magistratura, che è il cardine e il simbolo del diritto e della giustizia, affinché prenda parola per difendere e proteggere il diritto di manifestazione e di espressione del dissenso con forme di protesta nonviolente” ha dichiarato Extinction Rebellion sulle scale del palazzo di Giustizia.“Immaginiamo un’Italia dove il problema del cambiamento climatico sia riconosciuto e affrontato con decisione, e dove a essere criminalizzato non sia chi protesta per un futuro migliore, ma chi continua a finanziare e perseguire una strada basata sui combustibili fossili e la distruzione della natura”.

Gli episodi di eventi climatici estremi causati dal caos climatico e dalla distruzione degli ecosistemi sono infatti sempre più frequenti e violenti.

Gli incendi boschivi stanno devastando la Calabria, e nel mondo negli ultimi vent’anni sono raddoppiati in numero e intensità e in Sicilia, che rischia di diventare un deserto entro il 2030, per la siccità milioni di persone hanno accesso all’acqua per poche ore al giorno.

Questi alcuni degli episodi dovuti alla crisi climatica, in cui hanno un ruolo chiave le attività umane, come riconosciuto dalla comunità scientifica.

Affinché ad essere puniti non siano coloro che suonano l’allarme, ma i veri responsabili, Extinction Rebellion chiede alla Magistratura e a tutta la società civile di alzare la voce.

C.S. Extinction Rebellion

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